La nuova Società che dovrebbe nascere in seguito alla riorganizzazione del Dipartimento della Protezione Civile si dovrebbe chiamare “Protezione Civile servizi spa”, posta sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La costituzione della società è indicata nell’ultima bozza del decreto legge con cui verranno chiuse le principali emergenze in corso (Campania, Abruzzo, Messina). Il testo ripropone anche un’idea che già altre volte in passato era stata presa in considerazione da altri Governi: - l’assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali, quasi una tassa a carico di tutti i proprietari di immobili. L’obiettivo della riforma è di concentrare la forza del Dipartimento, che dal primo gennaio 2010, dovrà fare a meno di Guido Bertolaso, sulla sua missione naturale: - la prevenzione delle catastrofi e le emergenze dei soccorsi. Tutto il resto dovrebbe essere affidato a strutture più adatte.
La prima incombenza di cui la Protezione Civile dovrà liberarsi è quella della ricostruzione. In caso di terremoto, superata la fase dei soccorsi, bisogna rimettere in piedi le case. Nello schema proposto, questi compiti non devono più essere svolti da un’amministrazione pubblica, ma da una società per azioni. La SpA , e quindi la Protezione Civile sarebbe così alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio dei Ministri, anche se rimane da capire come si concilierà la rapidità delle pratiche con le regole europee sugli appalti pubblici. Ma si può privatizzare l’emergenza e con questa l’esercito di volontari che in questi anni si è occupato di terremoti, ricostruzioni, disastri ambientali e persino dei grandi eventi come, non ultimo il G8 svoltosi a L’Aquila ? Evento, peraltro, organizzato in tempi strettissimi e con un ottimo risultato. Secondo il governo, sembra di sì. L’idea di privatizzare la Protezione Civile , almeno da un punto di vista giuridico, potrebbe diventare presto realtà. Vista la bozza del decreto legge. Anche se il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, non ne è ancora convinto, nel caso dovrà trovare un’adeguata copertura finanziaria, ma presto un pezzo dello Stato sarà convertito in azienda. La Protezione Civile diventerà una SpA, una società per azioni. La ristrutturazione del dipartimento diretto dal Sottosegretario Guido Bertolaso è tutta nell’articolo 11 del decreto legge sulle “norme urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in Campania e l’avvio della seconda fase nel territorio della regione Abruzzo”. Privatizzazione giuridica della Protezione civile: - ovvero il passaggio, ad una spa, una gestione autonoma. Come d’altra parte, è stato finora in virtù dell’emergenza. Infatti l’emergenza oggi, consente poteri illimitati, discrezione assoluta, operazioni e investimenti al di fuori dei normali controlli: ed è proprio questo che s’intende “privatizzare”. Ma in questo caso, l’azienda resta comunque pubblica, ma nelle mani di un unico azionista: - il Presidente del Consiglio dei Ministri. Come recita l’articolo “attività di supporto strumentale al dipartimento degli interventi strutturali e infrastrutturali, l’acquisizione di forniture o servizi rientranti negli ambiti di competenza del dipartimento, ivi compresi quelli concernenti le situazioni di emergenza socio-economica-ambientale… nonché lo svolgimento di attività di formazione e ricerca con particolare riferimento al campo dell’ingegneria sismica”. Ovvero: “Secondo le direttive operative impartite dal Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Capo del Dipartimento”. E quindi, secondo quest’ipotesi, da dicembre chi decide è Berlusconi. Il decreto legge sarà approvato entro la fine dell’anno. Da mesi se ne parla, mai nessuno, però, aveva proposto una discussione. “Tale previsione comporterà l’esternalizzazione di quasi tutte le attività di Protezione civile con effetti negativi sulla trasparenza e la rintracciabilità delle gare d’appalto, sulle attività di previsione e prevenzione dalle calamità che coinvolgono tutto il territorio nazionale ed escluderà dal controllo diretto sul territorio in prima istanza i sindaci, l’unica autorità di protezione civile riconosciuta dalla legge, nonché le regioni e le province, mentre in capo all’attuale dipartimento resteranno compiti di gestione dell’emergenza e di pianificazione”. Non soltanto una nuova società: - il decreto prevede anche nuovi dirigenti, assunti, per promozione automatica, dai gradi inferiori. Ed in questo nuovo scenario quale sarà la collocazione del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ? Probabilmente sempre più emarginato dai compiti di protezione civile. Forse sarebbe meglio che la Protezione Civile rimanesse in amministrazione pubblica a svolgere funzioni di prevenzione, previsione e salvaguardia del territorio con i Vigili del Fuoco, purtroppo a tutt’oggi, confinati alla manovalanza del soccorso ed a compiti di ordine pubblico. Il trasferimento di competenze dal Dipartimento per la Protezione Civile ad una costituenda S.p.A., rende anche il soccorso un business, un’attività che si pone l’obiettivo di guadagnare a spese del contribuente. La creazione di questa nuova struttura in grado di acquistare inceneritori da società private con soldi pubblici stanziati per far fronte alle calamità nel paese, per poi cederli agli enti locali, ottenendo un ulteriore indebitamento dei comuni. Una società per azioni all’interno della quale i lavoratori della Protezione Civile, vedranno sottratte competenze e funzioni, e che verranno pubblicizzati e quindi, come per i Vigili del Fuoco, privati dei diritti sindacali e gerarchicamente “comandati”. I vigili del fuoco, neanche menzionati nella bozza del decreto. Rimarranno come rappresentazione mediatica dello Stato sul territorio, privati del loro ruolo nella cabina di regia delle emergenze, estromessi da tutte le attività di protezione civile, dopo la sottrazione di funzioni e competenze operata dalla nuova tipologia contrattuale.Sarà un ruolo di pura manovalanza pagata a basso prezzo ed in alcuni casi nemmeno pagata, come già succede. Rimanendo con le sofferenze giornaliere per prestare il soccorso, con i debiti in aumento nei confronti dei creditori, con mezzi ormai troppo usurati, con il personale in servizio che lavora su doppi turni, giorno, notte e festivi, senza ferie o tempo libero per le famiglie. Al soccorso ci penseranno le assicurazioni, visto che nello stesso decreto è prevista l’assicurazione obbligatoria per le civili abitazioni. Un quadro davvero inquietante e poco rassicurante. Quali le garanzie ? Quali le certezze ?
Fonte:www.iniziativa.info
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