25 novembre 2010

PIANO COMUNALE DI EMERGENZA, QUESTO SCONOSCIUTO


I cittadini italiani hanno una scarsa conoscenza riguardo alla sicurezza del territorio del Comune in cui vivono. Lo rivela l'indagine di Protezione Civile e Cittadinanzattiva presentata oggi.

Solo il 40% degli studenti e il 64% dei genitori intervistati, sa cosa sia la classificazione sismica di un territorio; il 74% degli studenti e il 72% dei genitori non conosce a quale zona sismica appartenga il proprio Comune di residenza.

I Piani comunali di emergenza sono sconosciuti ai piu': solo il 22% di genitori e figli ne e' a conoscenza e soprattutto e' evidente che hanno del Piano una conoscenza superficiale, visto che oltre l'80% degli adulti e il 78% dei ragazzi non conosce le aree comunali di attesa (ossia quelle in cui radunarsi in caso di emergenza).

Sbagliano anche nell'individuare chi sia il soggetto responsabile della redazione del Piano comunale: erroneamente sia genitori (35%) che studenti (50%) credono siano i Vigili del fuoco; solo uno studente su quattro e poco piu' dei genitori (29%) sa che invece l'ente competente e' il Comune.

I piu' informati in generale sul proprio territorio sembrano essere gli studenti dell'Abruzzo che superano la media nazionale in quanto a conoscenza della zona sismica di appartenenza del proprio Comune (45% rispetto al 22% del resto delle regioni), all'esistenza del Piano comunale (24% vs 21%), alla individuazione delle aree di attesa (33% vs 17%). Ma sono sempre gli abruzzesi che si confondono piu' degli altri nell'individuare la prima autorita' ad intervenire in caso di emergenza: il 77% degli studenti abruzzesi (rispetto al 63% della media nazionale) e addirittura l'83,5% dei genitori (rispetto al 77% del resto delle regioni) ritiene erroneamente che sia il Capo del Dipartimento della Protezione Civile. Un risicato 15% individua correttamente nel Sindaco questa responsabilita' (e la percentuale scende al 9,5% in Abruzzo).

FONTE:asca.it

18 novembre 2010

TEREX 2010, ESERCITAZIONE INTERNAZIONALE SUL RISCHIO SISMICO


La Protezione Civile della Toscana ha annunciato l'organizzazione di un'esercitazione di portata internazionale sui rischi naturali, approvata a novembre 2009 dalla Commissione Europea. Si tratta di TEREX 2010 (Tuscany Earthqauke Relief Exercise), un'operazione con cui si testeranno "le capacità di risposta dell'apparato dello Stato e dell'intera protezione civile di fronte ad un evento di eccezionale gravità" ha spiegato il prefetto di Firenze, Andrea De Martino.

L'esercitazione, che avrà luogo a fine novembre (le date ipotizzate sono il 25, 26 e 27) in Garfagnana (provincia di Lucca), prevede la simulazione di un gravissimo terremoto, con conseguenti danni a livello idrogeologico, a Piazza del Serchio, e comporterà il coinvolgimento di numerosi soggetti istituzionali, a partire dall'Unione Europea e dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile che fa capo alla Presidenza del Consiglio, oltre che Comuni e Prefetture, la Regione Toscana, le Province di Lucca, Massa Carrara, Pisa e Pistoia, la protezione civile locale e le associazioni di volontariato. Per la simulazione, sarà ricreato lo scenario seguente al sisma che colpì la stessa Piazza al Serchio nel settembre 1920 (un terremoto di magnitudo 6.4, che provocò 171 vittime).

Lo scopo dell'esercitazione è quello di verificare le aree di accoglienza, testare la comunicazione tra i centri di coordinamento e migliorare le procedure per la valutazione della vulnerabilità ambientale: l'esercitazione prevede infatti la simulazione di tutti i passaggi, dall'accoglienza delle prime squadre di intervento all'allestimento delle colonne mobili, dalla predisposizione degli interventi sanitari, all'allestimento del centro operativo, fino alla salvaguardia dei beni culturali. In questo contesto, l'aeroporto militare di Pisa sarà il punto per il ponte aereo, verranno attivati i centri di raccolta e quelli di ammassamento e si lavorerà in aree di scavo appositamente create. L'obiettivo dell'esercitazione è quindi quello di rafforzare l'efficacia nella risposta ai disastri testando i modelli di intervento al fine di ridurre i tempi di spiegamento delle squadre europee e accelerare il processo decisionale a livello centrale e locale, nonché a livello europeo, portando all'elaborazione di un modello di intervento utile per tutta la popolazione italiana, ed esportabile anche in Europa.

L'esercitazione è di livello internazionale, e vi parteciperanno con esperti e moduli la Francia, la Slovenia, la Croazia, l'Austria e la Federazione Russa, oltre che un osservatore per ciascuno dei restanti 27 Stati Membri. Si tratta di "un'occasione unica e irripetibile" ha detto il vice presidente della Provincia di Massa Carrara e assessore alla Protezione Civile, Fabrizio Magnani "per poter testare e provare sul campo un modello di intervento che avrà osservatori da tutta l'Europa e che ci consentirà di provare la macchina della protezione civile permettendoci di evidenziare punti di forza ed eventuali debolezze come se ci trovassimo di fronte ad una vera emergenza". 

Anche la Regione Abruzzo parteciperà in qualità di "osservatore" con una delegazione di 20 volontari delle associazioni convenzionate ed una rappresentanza degli organi della Protezione Civile regionale.

FONTE: ilgiornaledellaprotezionecivile.it

11 novembre 2010

GRAZIE E... ARRIVEDERCI!


Dalla mezzanotte di quest'oggi, Guido Bertolaso lascia l'incarico da sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. L'atto ufficiale che sancisce l'era Bertolaso arriva con un D.P.R. dello scorso 5 novembre firmato dal capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Il pensionamento per il Capo della Protezione Civile Nazionale, l'uomo che più di tutti in questi anni è stato in prima linea nel fronteggiare le emergenze più disparate nell'intero territorio, arriva nel bel mezzo dell'emergenza alluvione in Veneto. Senza dimenticare la più recente, quella nel salernitano. Bertolaso non lascerà tutti gli incarichi però, per lui è prevista, ancora fino al 31 dicembre, la nomina come responsabile in ambito europeo ed internazionale per gli interventi di prevenzione sugli eventi di protezione civile. Piace ricordare di lui l'impegno che ha mostrato nei confronti del volontariato di protezione civile, per aver dato dignità a queste figure, a centinaia di migliaia di italiani che operano nel settore emergenziale ed assistenziale. La Protezione Civile forse non sarà più la stessa senza di lui, chissà, ma comunque grazie alla sua infaticabile operosità possiamo orgogliosamente affermare di essere i numeri uno nel mondo.
Grazie Guido, dai volontari di Francavilla al Mare.

L'ULTIMO MONITO DI BERTOLASO


È necessario introdurre anche in Italia l'assicurazione obbligatoria contro le catastrofi. Lo ha detto nel suo intervento alla Camera il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, sottolineando che questo potrebbe essere un modo per ovviare ai problemi dovuti alla mancanza di fondi. «La scarsità di risorse a disposizione deve far rivedere scelte del passato - ha sostenuto Bertolaso che lascerà la protezione civile l'11 novembre - mi riferisco ai tanti tentativi andati a vuoto di introdurre anche nel nostro paese forme di assicurazione obbligatoria rispetto ai rischi naturali esistenti, seguendo l'esempio che ci è dato nel campo del finanziamento della prevenzione strutturale da tanti paesi europei e non che hanno molti meno problemi di noi». Anche perchè lo Stato non ce la fa più. E avverte: se non si interverrà in maniera strutturale per mettere in sicurezza il territorio, «non riusciremo a ridurre di una sola unità il numero di vittime e non riusciremo a ridurre di un solo euro il conto sempre più alto delle crisi».
Ciò che è accaduto in Veneto, dunque, non è che l'ennesimo esempio di quel che accade da tempo in altre parti d'Italia: «dalla Toscana alla Liguria, dalla Calabria alla Sicilia - sottolinea Bertolaso - ci troviamo davanti a un territorio diventato fragile in conseguenza delle scelte economiche e dei loro effetti» Scelte che da un lato hanno portato all'abbandono delle «attività che comportavano una costante manutenzione del territorio» e dall'altro al «mancato rispetto dei limiti oggettivi presenti nelle aree scelte per i nuovi insediamenti destinati alle abitazioni o alle imprese».
«Quello del Veneto non è che l'ultimo disastro di una serie che purtroppo nessuno può permettersi, ahimè, di considerare conclusa: temo che ci saranno altri alluvioni, altre frane, altri crolli a scandire con il rumore amaro dei disastri annunciati ogni precipitazione più intensa e violenta del solito». E ricorda che il dissesto idrogeologico italiano è dovuto «all'incuria terribile dell'uomo» e alle sue scelte economiche e politiche. Per Bertolaso «non può più esserci la politica economica, della ricerca, dello sviluppo e dell'occupazione considerate in modo separato rispetto alla politica della messa in sicurezza del territorio». Per gli aiuti al Veneto il premier ha promesso di dare subito 300 milioni, una cifra provvisoria che sarà aggiornata dal contributo europeo. 
FONTE:Sole24ORE

09 novembre 2010

NOTIZIA FLASH

La Regione Abruzzo ha inviato alle associazioni di volontariato della regione, una nota con la quale richiede la disponibilità di uomini, mezzi ed attrezzature da impiegare per l'emergenza maltempo nella regione Veneto. Anche il Gruppo, ricevuta la notizia, si è attivato. In queste ore si stà valutando l'organizzazione, in attesa di ulteriori notizie dalla sala operativa regionale.