Il sottosegratario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Protezione Civile, Dott. Guido Bertolaso tuona ai microfoni dei telegiornali italiani dicendo: «Il nostro è un paese fragile. Stanno venendo al pettine tutti i nodi causati da anni di abusi e di scarsa manutenzione del territorio. Ma il sistema di protezione civile è forte. Ieri al Nord è nevicato su tutte le autostrade ma non si sono bloccate. Qualche anno fa sarebbe stata l' apocalisse. In altri paesi occidentali avrebbero avuto maggiori difficoltà di noi. Ricordiamoci New Orleans con l' uragano Katrina: l' amministrazione non ha saputo dir altro che "fate i bagagli e andatevene". Noi ci comportiamo diversamente». Ebbene ancora una volta, il nostro paese si trova nuovamente a fare i conti con una emergenza a rischio idrogeologico. Scenario inconsueto di questo avvenimento, Roma. Il Tevere nelle ultime ora ha seriamente minacciato di esondare dal suo letto, sopratutto nelle zone più a nord della capitale, dove il fiume scorre normalmente nei suoi argini naturali. Zone che vedono baraccopoli abusive costruite da immigrati e senzatetto, rifugi e dimore edificate proprio nel letto del fiume. Negli anni, l'abusivismo, non solo edilizio, ma anche quello industriale, ha saccheggiato le sponde sabbiose del Tevere. Fornendo così al fiume una possibilità di erodere con maggiore forza le sue sponde. In queste ore l'allarme sta rientrando ma l'emergenza resta in piedi per le prossime ore, sono previste nuove perturbazioni. Fortunatamente l'onda di piena che era prevista nella notte appena trascorsa ha risparmiato la città e tutto è andato come previsto. Anche se più a valle, verso la foce del fiume, l'allerta rimane. L'emergenza maltempo a Roma ha visto un imponente forza di uomini in campo, oltre ai 350 vigili del fuoco, a 100 carabinieri e altrettanti poliziotti, 700 volontari della protezione civile con 200 mezzi tra anfibi, fuoristrada, idrovore e pompe.
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